La giurisprudenza italiana si è a lungo affaticata alla ricerca di una plausibile funzione politico-criminale della confisca di prevenzione, dopo l’introduzione del principio disgiuntivo, in virtù del quale l’ablazione dei beni può essere disposta indipendentemente dalla declaratoria di pericolosità del proposto. Venuto meno il requisito dell’attualità del pericolo, riusciva difficile giustificare tale misura in funzione meramente preventiva e d’altronde riconoscerne la natura sanzionatorio-punitiva avrebbe messo in crisi l’intera sistematica delle misure di prevenzione. La Corte costituzionale e la giurisprudenza nazionale, di merito e di legittimità, hanno rinvenuto nella finalità ripristinatoria il tertium genus, atto a giustificare la compatibilità dell’istituto coi principi costituzionali e convenzionali. Due recenti pronunce della Corte EDU accolgono tale linea interpretativa, criticata dall’Autore per il fatto che il ripristino dello status quo ante deve pur sempre annoverarsi, a suo giudizio, nella categoria concettuale delle sanzioni, il cui presupposto necessario è un fatto illecito giudizialmente accertato. In questa logica, l’aporia sistematica si eliminerebbe col ritorno all’originaria formulazione, introdotta dalla legge Rognoni-La Torre, coerente con l’autentica funzionalità di prevenzione.
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Italian case law has long grappled with identifying a plausible politico-criminal function of preventive confiscation following the introduction of the disjunctive principle, under which the deprivation of assets may be ordered independently of a judicial finding of the proposed person’s dangerousness. With the requirement of current dangerousness no longer in place, it became difficult to justify the measure as purely preventive in nature; on the other hand, recognizingits punitive-sanctioning character would have jeopardized the entire framework of preventive measures. The Constitutional Court, along with both lower and higher national courts, identified a restorative purpose as a tertium genus capable of reconciling the measure with constitutional and conventional principles. Two recent judgments of the European Court of Human Rights have endorsed this interpretative approach, which is, however, criticized by the Author on the grounds that the restoration of the status quo ante must, in his view, still fall within the conceptual category of sanctions, whose necessary precondition is the existence of an unlawful act established by a court. From this perspective, the systemic inconsistency would be resolved by returning to the original formulation introduced by the Rognoni-La Torre Law, which was consistent with the genuine preventive function of the measure.
Alì Abukar Hayo
Ordinario di Diritto penale nell’Università degli Studi di Roma “Unicusano”